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02 Agosto 2025

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Il ratto delle schedine e il topo in bocca

Il ratto delle schedine e il topo in bocca

Il nostro ultimo corsivo politico ha suscitato grandi discussioni sui gruppi colligiani di Fb. Con poco senso dell’humor, sono stato più volte infamato per aver detto che Angela Bargi è caduta dal pero (invece che dal cielo): disamina becera, alto giornalismo, cattivo gusto, scritto di pancia, pessimo gusto, da parrucchiera, fa schifo, da premio Pulitzer, penosi, faccine grrr e via di seguito. Anche che sono Geronimo Stilton, il topo-giornalista di una serie di libri per ragazzi ambientati nella città di Topazia.

Ringrazio dell’attenzione e delle migliaia di visualizzazioni dell’articolo che la discussione ha generato. Era davvero tanto tempo che non mi prendevano così sul serio. Tanti complimenti tutti insieme mi hanno spinto a scrivere ancora, alla svelta, perché il successo sui social è effimero. Dopo qualche giorno, non ti caca più nessuno.

Confermo che l’Angela è proprio caduta dal pero. Come descrivere altrimenti il “ratto delle schedine” che ha subito senza accorgersi di niente? Noi (perdonate il plurale maiestatis) che siamo cresciuti leggendo Il Male e Cuore, abbiamo come giornale di riferimento Il Vernacoliere di Livorno. Scriviamo, con mezzi non eccelsi, in modo satirico, ironico, per sdrammatizzare, avere un po’ di leggerezza e anche portare il lettore dentro approfondimenti che altrimenti non leggerebbe mai.

Si vede che la poca abitudine al senso critico e alla scrittura farsesca - la satira politica ormai è quasi bandita - ha obnubilato i cervelli collegati alle tastiere che con il solito fare bullesco, tipico del gruppo, se la sono rifatta con il povero scrivano.

Il ratto dei voti: -75% tra Europee e Comunali per FdI

Dicevo della “caduta dal pero”. È evidente. Ad Angela Bargi sono state sottratte oltre 2.000 schedine elettorali crociate Fdi che dalle Europee non sono finite nell’urna delle Amministrative per eleggere il sindaco. Il 75% di coloro che hanno scelto Fratelli d’Italia alle Europee non ha votato alle Comunali il candidato sindaco dello stesso partito, Angela Bargi appunto.

Lei non si è accorta di niente e, devo dire, nemmeno noi che la davamo con molte probabilità al ballottaggio. Diciamo che dal pero ci siamo caduti pure noi.

Se nel ratto delle Sabine, narrato da Tito Livio, l’autore e il mandante sono noti (Romolo in entrambi i casi), nel ratto delle schedine colligiane l’attribuzione resta incerta.

Oscilla fra il capolavoro politico del candidato Piero Pii (sarebbe davvero un colpo da maestro) e la lucida scelta di cambiare candidato in corsa del partito di Giorgia Meloni.

Di sicuro è strano che nello schieramento di Angela Bargi né lei, né nessun altro abbia avuto sentore che il 75% dei propri votanti stesse architettando la trasmigrazione di massa verso altri lidi. Possibile davvero? In questa vicenda che aspetta di essere chiarita, Angela Bargi cade sì dal pero ma è l’agnello sacrificale, la protagonista incolpevole di un colpo di scena teatrale ordito alle sue spalle. Non lo meritava, perché si è sempre posta onestamente e con trasparenza davanti ai colligiani e valeva il doppio dei voti che ha avuto.

Angela, il pero e la credibilità politica

Alla fine, il commento più intelligente sul pero l’ha fatto proprio lei, invitando alla temperanza gli scalmanati, pronti a fare polpette del povero scrivano. “Calma, il pero ci può stare – ha scritto sui magici gruppi colligiani – ci hanno detto di peggio”. Io aggiungerei che qualcuno le ha fatto, non detto, di peggio, molto di peggio, mettendo a repentaglio una credibilità politica che la signora si è costruita negli anni a Colle e non solo, con duro lavoro. Essendo persona moderata e riflessiva, saprà risollevarsi. A noi resta la domanda: chi ha ancora il topo in bocca?

Avere, come si dice a Roma, “er sorcio 'm bocca”, significa essere trovati con le mani nella marmellata. È il gatto che si è mangiato il topo e fa finta di niente, ma la coda spunta fuori dalla bocca. Chi è riuscito con destrezza a prendersi il 75% dei voti di Fratelli d’Italia a Colle di Val d’Elsa senza che né la candidata, né il partito che la sosteneva, né i competitor e né i giornalisti si accorgessero di niente?

Chiudo con una rivelazione. Fra le accuse mosse c’è anche quella che questo mio nome sia uno pseudonimo. Ebbene sì, in verità sono proprio Geronimo Stilton e, oltre a scrivere qui, dirigo L'Eco del Roditore, il quotidiano più importante di Topazia, insieme a La Gazzetta del Ratto, diretto dalla mia avversaria, Sally Rasmaussen.

Come dico sempre: la vera felicità non è desiderare ciò che non si ha, ma apprezzare ciò che si ha.

Geronimo Merollo

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